venerdì 2 aprile 2010

Il Sepolcro, Vinci 2010
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LA VECCIA DEL GIOVEDI' SANTO
Cultura e tradizione della festa
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Fra le tradizioni della Settimana Santa, ovvero l'ultima di quaresima, quest'anno piace ricordare quella del Sepolcro di Gesù, che si prepara nelle chiese per le cerimonie liturgiche del Giovedì Santo, quando le campane sono legate e non suonano.
Un tempo, il sepolcro veniva composto con le statue raffiguranti la Passione, il Cristo deposto e la Madonna piangente, ed ornato con piante. Secondo una vecchia usanza, i fedeli preparavano per l'occasione delle piante coltivate nei mesi precedenti al buio (per assimilarle a quelle che potevano nascere in un sepolcro naturale), cresciute bianche e filamentose. Da noi di solito erano le vecce ( o veccie).
Propriamente la veccia è il seme di una pianta erbacea appartenente al genere Vicia, comprendente molte specie che crescono anche spontaneamente. La veccia veniva una volta usata come foraggio e i semi come mangime per animali da cortile. In tempi più remoti, si ricorda la veccia anche come surrogato del grano per farne una farina per la panificazione, seppure una consumazione eccessiva potesse dare degli inconvenienti lassativi.
Qualche mese prima della Pasqua, di solito le donne provvedevano a seminare le vecce in appositi vasi, che teneveano e curavano al buio, spesso nelle cantine, per poi portarle il Giovedì Santo al sepolcro di Gesù nella chiesa più vicina. E' evidente che il buio dava ai germogli e alle piante erbacee un aspetto un po' tetro, molto filamentoso, ed un colore bianco, quasi albino, al punto che nel gergo comune quando si vede una persona molto pallida in volto ancora oggi si dice " Sei bianco come una veccia".
Il Sepolcro è ancora in uso nelle nostre chiese, forse con meno abbellimenti di una volta.
Restano tuttavia le vestigia di tali usanze nelle bellissime statue devozionali che adornano molte cappelle degli edifici sacri. Per esempio, molto particolari sono quelle della Chiesa di Santa Croce di Vinci, datate addirittura 1618, conservate ancora oggi nella Cappella del Crocifisso. Fra le donne è continuata la tradizione della coltivazione delle vecce o veccie, come dimostrano le immagini del Sepolcro realizzato a Vinci per quest'ultimo Giovedì Santo, ancora esposte.
Una curiosità sui Sepolcri: un tempo si diceva che con il giro delle sette chiese, visitando almeno sette sepolcri, si potevano ottenere indulgenze ed altri benefici. E' evidente che tale possibilità era consentita solo a chi abitava nei grandi centri. Per gli abitanti della campagna era assai difficile visitare sette chiese distanti, magari, anche decine di chilometri. Per cui i contadini di un tempo pensarono di sopperire all'esigenza e al debito scongiuro entrando ed uscendo sette volte dalla stessa Chiesa.
Un'ultima segnalazione, anche turistica: nella città di San Casciano da qualche anno, grazie alla passione di alcune persone, vengono realizzati nelle varie chiese del paese dei Sepolcri molto grandi, in luoghi artistici di particolare suggestione ( con opere di Lorenzetti, Bicci di Lorenzo, Masaccio). I Sepolcri restano aperti e visibili fino a tutta Pasquetta, occasione per una gita fuori porta e ricordare un'antica tradizione popolare.
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Il Sepolcro, Vinci 2010

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